Siemàn

Tre fratelli: un ingegnere meccanico, un operatore sanitario, un commercialista. Nati e cresciuti a Padova città, genitori insegnanti. Che c’entreranno mai questi tre (e le loro sei mani – Siemàn) con l’agricoltura?
E invece c’entrano eccome. Perché succede che nel 2014 i primi due fratelli, Daniele e Marco, l’ingegnere e l’operatore sanitario, si stanchino del lavoro in ufficio e decidano di tuffarsi nella loro grande grandissima passione: il vino. Sono entrambi sommelier, l’idea sarebbe quella di aprire un’enoteca dove mettere in mescita i loro vini preferiti. Per un po’ si muovono verso quella direzione, ma ad un certo punto si guardano in faccia e si dicono “davvero stiamo abbandonando un lavoro in ufficio per stare dietro a un bancone”?
Molto meglio farselo da sé il vino, coltivare i vigneti, scegliere le tecniche di vinificazione, creare qualcosa.
La ricerca del terreno è estenuante: sui colli Eurganei, vicini a casa loro, la terra costa troppo e gli immobili connessi alle attività agricole sono molto pochi. L’occasione si presenta quindi sui colli Berici, a Villaga, dove scoprono un vecchio vigneto abbandonato, con annesso rustico da adibire a cantina. Loro cercano un ettaro, massimo due, ma ne acquistano nove alla fine, quattro di vigneto, cinque di prati e bosco. Troppi per due fratelli. E qui si inserisce il terzo, Andrea, birrofilo e homebrewer, che si unisce ai primi in questa esaltante sfida.

Il vigneto è vecchio e molte piante malate, è necessaria un’azione di recupero. Numerose vigne vengono espiantate e ne vengono impiantate di nuove. La prima vendemmia è quella del 2014, anno molto piovoso e per il vino disastroso. Non un inizio incoraggiante, insomma. I tre fratelli sono tuttavia testardi, proseguono per la loro strada e nelle annate successive va decisamente meglio.

I loro vini sono tutti il frutto di un’agricoltura naturale – più estrema delle pratiche previste dal biologico – e di fermentazioni spontanee con lieviti indigeni; la solforosa aggiunta è ai livelli minimi e solo in fermentazione. Sono vini naturali. Il lavoro in campo, quindi, diventa fondamentale, dalle potature invernali alla vendemmia, che deve avvenire nel giorno giusto, quando l’uva raggiunge la giusta maturazione. Perché in cantina sono ammesse soltanto pigiatura e attenzione, ma non correzioni. Il vino è fatto in campo.

Nel 2016 nasce il birrificio, che come filosofia segue le orme dei vini: le fermentazioni sono spontanee o miste, le birre prodotte sono quindi acide, espressione anch’esse del terroir. Non sono quindi le birre che sono sempre andate in voga (Pils e Helles) e nemmeno quelle che ultimamente si sono accaparrate una buona fetta di mercato (le IPA), ma sono birre di territorio, a cui viene aggiunto il mosto delle loro uve, che contengono perciò in esse il luogo in cui vengono brassate.

I vini e le birre di Siemàn si stanno piano piano facendo conoscere, in Veneto e in Italia. Si sono affidati a piccole distribuzioni, operatori legati al territorio come loro. I progetti nascono ogni giorno, le idee sono numerose. Ma intanto 9 ettari da accudire sono tanti e non c’è molto tempo libero. “Noi siamo contadini e se la terra la coltivi senza trucchi ti dà da lavorare” dicono. Coltivare, vinificare e brassare naturalmente è una fatica, ma se hai sei mani puoi fare tutto.


I prodotti: Vino, birra
Certificazione biologica: Sì
Punto vendita: No
Ristorazione: No
Ospitalità: No
Sito webwww.sieman.it
Email: info@sieman.it
Fb: Siemàn
Contatti: 327 1520375 (Marco) – 340 2224049 (Daniele) – 347 9593032 (Andrea)


bandiera inglese Siemàn is a winery and a brewery in Villaga, close to Barbarano Vicentino. They are three brothers with different jobs before starting their farmers occupation, none related to agricolture. Within 9 hectares, 4 are covered by the vineyard they cultivate and the rest is covered by wood. They produce organic wines with spontaneous fermentation since 2014 and sour beer since 2016.


 

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