MaterVi

Si fa presto a dire “largo ai giovani”, soprattutto in agricoltura. Eppure non è semplice perché, oltre a tutti gli investimenti finanziari necessari per aprire un’azienda agricola e dotarla delle strutture e delle attrezzature fondamentali per funzionare, occorre anche un’altra qualità: la pazienza.
Alberto Rigon, 27 anni e titolare di MaterVi, di pazienza ne ha tanta. Ne ha bisogno perché un buon vignaiolo deve innanzitutto rispettare i cicli della natura, i ritmi delle piante e i loro bisogni. In secondo luogo un buon vignaiolo deve anche aver il tempo per imparare, per comprendere le necessità delle sue vigne e per fare esperienze, sperimentazioni e tentativi in cantina. Alberto ha avuto abbastanza pazienza e, con fatica e sacrificio, si è dato il tempo per avviare la sua azienda agricola.

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Andiamo con ordine. Alberto, come si diceva, ha 27 anni e alle scuole secondarie si è diplomato in meccanica. Tutte le sue estati, tuttavia, le ha trascorse lavorando nel vigneto, quello familiare e quello di una cantina di Breganze, per recuperare qualche soldo con lo scopo di pagarsi gli studi e perché, fondamentalmente, gli piaceva e lo faceva stare bene. Dopo le superiori si iscrive a Enologia presso l’Università di Udine e quei tre anni di studi lo arricchiscono di un bagaglio teorico, legato ad un sapere essenzialmente tecnico-industriale che gli servirà a poco nella sua attività di vignaiolo, ma che lo renderà consapevole del modo di lavorare dei grandi poli del vino. In casa, intanto, si prodiga con i primi esperimenti di vinificazione, spesso con risultati disastrosi – leggasi “aceto”. Ma non demorde. Anche perché si ritrova in un’idea di viticultura naturale, estranea all’uso di chimica in vigna e di correzioni in cantina. Si informa, legge, entra in contatto con VinNatur e in particolare con un produttore, Andrea Pendin, titolare della Tenuta L’Armonia, azienda vitivinicola di Montecchio Maggiore che realizza vini biologici. La sintonia tra i due è forte, tanto che Andrea offre ad Alberto uno spazio nella sua cantina per sperimentare le tecniche di vinificazione. Nel 2016 Alberto apre la partita Iva e nello stesso anno intraprende la sua prima vendemmia.

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La sua idea è di fare vini naturali che siano estroversi e di forte impatto. La sua prima creatura è un vespaiolo, realizzato con uva vespaiola antica, la varietà autoctona di Breganze. Questa viene fatta macerare una settimana sulle bucce, il vino non viene chiarificato né filtrato, la fermentazione è spontanea, la solforosa è al minimo. Non è il solito vespaiolo in commercio a Breganze, è un vino d’avanguardia, estremamente esplicito. Da qui il nome, “Vesplicito”, con l’etichetta che richiama l’avviso posto sui dischi dei rapper degli anni 2000, di cui Alberto è un acerrimo appassionato, che avvisa i genitori di un “explicit content”, un contenuto franco e schietto che potrebbe turbare le menti più docili e conformiste.

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Il “Tainot” invece è un vino spumantizzato, con uve tocai, pinot bianco e vespaiola, sempre realizzato con fermentazione spontanea e non filtrato né chiarificato. Rifermenta in bottiglia con mosto di pinot bianco congelato al fine di impiegare lo zucchero delle stesse uve per la seconda fermentazione. Il risultato è un vino beverino ma non banale, non eccessivamente esile ma ben strutturato. L’etichetta – che segue i tratti di un vinile – rivela l’altra sua passione musicale, quella per il cantautorato italiano, in particolare per De André.

Anonimo” è infine il nome di un rosato a base di una varietà storica di pinot, il pinot vanderville, che gli anziani dicono sia stata importata da Giulio Ferrari in Italia, dopo essersi recato in Francia al fine di studiare i metodi di spumantizzazione. Col tempo purtroppo, nelle colline di Breganze, la varietà è stata abbandonata e dimenticata. Ecco quindi il nome “anonimo”, che certifica quest’oblio e, nello stesso tempo, ridona visibilità a questo vitigno storico. L’uva subisce due giorni di macerazione su bucce in cisterna di cemento, viene pressata e torna in cisterna di cemento per la fermentazione. Ecco la storia di questo singolare rosato.

I progetti per il futuro sono numerosi e fitti, soprattutto perché la testa di Alberto è fervida e frenetica, ricca di spunti e idee. Innanzitutto si attende il 2020, anno di realizzazione della sua cantina, dove potrà seguire tutte le fasi della vinificazione accanto ai suoi vigneti. Poi l’altra idea è quella di produrre un vespaiolo in anfora: l’acciaio inox non cede nessun sentore, vero, ma non dona nemmeno nulla di più al vino. L’anfora potrebbe essere un esperimento intrigante.

Ma i suoi progetti non hanno solo a che fare con la vinificazione tout court. All’amore per l’ambiente, Alberto unisce l’amore per il suo ambiente, per il territorio in cui vive. Il vicentino, secondo lui, è area sottovalutata e bistrattata rispetto a quanto può offrire. E quindi con Andrea de L’Armonia sta disegnando un progetto di collaborazione tra produttori vicentini, aperto anche a soggetti che non siano viticoltori ma che lavorino per la promozione ed il benessere della propria terra, al fine di superare l’individualismo, condividere esperienze e fare rete, per muoversi insieme e veicolare un messaggio chiaro: la nostra terra è bella, va salvaguardata e anche arricchita, sviluppando le pratiche naturali e il rispetto del territorio.

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Se nel 2016 le bottiglie prodotte sono state soltanto 3200 e nel 2017 sono diventate 6000, quest’anno la produzione inizia ad essere interessante. I vini di MaterVi sono esportati in California, Svezia, Singapore e Francia e anche la vendita in Italia dà soddisfazioni. La natura sta restituendo ciò che ha ricevuto. Questo consente ad Alberto di iniziare a ragionare con più serenità e guardando al medio-lungo periodo. La pazienza, qualità sottovalutata in un mondo esagitato ed arrembante come il nostro, sta dando i suoi primi frutti.


I prodotti: Vino
Certificazione biologica: In conversione
Punto vendita: Sì
Ristorazione: No
Ospitalità: No
Sito web: No
Email: info@matervi.com
Fb: MaterVi
Contatti: 340 0092253


bandiera inglese Alberto is a young winemaker from Breganze. He produces natural wine with vespaiola, an ancient native vine variety, and other kinds of grape. He is working on a project to collect winemakers and winelovers from Vicenza province in order to create a net and make them cooperate and help each other.


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