Quando con Simone Ambrosini si inizia a parlare di vino, si ha come l’impressione che alla fine si arrivi a discutere sempre di qualcos’altro, che ha a che fare col vino, ma che va anche oltre al vino, alle viti e alla vinificazione. Ti racconta dei suoi vigneti, ma si focalizza su una qualità umana, ai giorni nostri tanto vetusta, come la pazienza; ti racconta i vini che ha realizzato, ma il fulcro del discorso è centrato sulla loro evoluzione, sul loro mutamento, quasi fosse un percorso di crescita spirituale; ti svela le sue tecniche di comunicazione, ma parla della creatività come risultato di tensioni interne e di caos dello stato d’animo. Alla fine si è parlato del vino di Simone, certo, ma allo stesso tempo ci si scopre immersi appieno nel suo percorso di crescita professionale, umana e spirituale.

È indomito Simone, un ragazzo che rimane selvaggio anche a se stesso. Il suo progetto, Indomiti, è intrinsecamente questo: creatività, conflitto, crescita, contraddizione, evoluzione. L’azienda nasce nel 2018, ma era già in fase embrionale quando, a 19 anni, spaesato e incerto sulle strade da intraprendere dopo il liceo, attraversa mezzo pianeta alla volta dell’Australia e della Nuova Zelanda dove lavora in svariate realtà agricole, scoprendo che la terra lo fa sentire bene, che gli dà quella concretezza e quel radicamento che solitamente gli manca. Enologia allora diventa una scelta, non naturale, ma coerente; è il percorso formativo che gli consente di trasformare il suo modo di concepire il vino: da evasione a passione viscerale. Da lì è un susseguirsi di stagioni in cantine delle più svariate dimensioni, partendo dal grandissimo e giungendo al microscopico. Anche i territori gli permettono di accrescere la sua biodiversità esperienziale: Trentino, Azerbajan, Montalcino, Borgogna, Toscana, Vicentino; da ogni zona raccoglie qualcosa e la mette da parte. Ogni piccolo particolare creerà le fondamenta per la nascita di Indomiti.

Per le scelte più importanti poi, sono necessarie particolari condizioni. Un vuoto esistenziale, un senso di smarrimento quasi lacerante. È il 2018 e Simone si trova in questo stato dopo un’esperienza non felicissima – ma utilissima – in una cantina vicentina. In quel momento ci sono poche certezze, ma un pensiero si fa sempre più insistente: è il momento di diventare veramente protagonista. Inizia la ricerca di vigneti, li stana nei Colli Berici, supera i timori e li prende in affitto. Sono piante antiche, abbandonate, vanno curate e rinvigorite, ma i risultati, a distanza di tre anni sono positivi, le vigne sono tornate in salute e Simone è cresciuto con esse. Nel frattempo ha sviluppato esperimenti di vinificazione, divenuti poi, nel tempo di un anno, vini veri e propri: Opplà, Arga, Mistica, Ramingo, Osai, Lottai sono espressioni del territorio dei Colli Berici, dei suoi vitigni autoctoni come la Garganega e il Tai Rosso, delle tecniche agricole improntate sulla sinergia con l’ecosistema ambientale, delle pratiche di vinificazione naturale, per nulla invasive.

Oggi i suoi vini hanno un piccolo mercato e il suo progetto è diventato, oltre che ambientalmente ed eticamente, economicamente sostenibile. “C’è una piccola parte di mondo a cui piace quello che sto facendo” rivela con intima soddisfazione. È soltanto l’inizio, la base da cui partire per dar nuova linfa al suo slancio creativo, che spinge Simone a immaginare nuovi orizzonti. Eppure il vino gli ha insegnato una cosa: la capacità di stare in equilibrio. L’equilibrio che con fatica si deve preservare tra la prontezza nel cogliere le occasioni e la pazienza di dar tempo al tempo, lasciando crescere con naturalezza quanto si è seminato. “Non si può fare un vino naturale senza coltivare la natura umana” è stata la sua frase d’esordio nella nostra conversazione. Simone resterà pur sempre Indomito, ma, col suo vino, sarà sempre più consapevole di cosa questo significhi.

I prodotti: Vino
Certificazione biologica: No
Punto vendita: No
Ristorazione: No
Ospitalità: No
Sito web: www.indomitivini.it
Email: info@indomitivini.it
Fb: Indomiti
Ig: @indomitivini