Ad andare controcorrente si fa molta fatica, perché la corrente va sempre nella stessa direzione mentre tu le nuoti addosso, cercando non soltanto di attutirne l’impeto, e quindi di resistere, ma anche di vincerlo, e quindi di di superarlo, di lasciare questa corrente fluire attorno a te, mentre tu, con ostinazione, prosegui nell’opposto verso.
Una vita controcorrente è quella di Claudio, agricoltore biologico dai primi anni ‘90, quando nessuno ci credeva, neppure i suoi genitori. La sua è una famiglia contadina dai primi del ‘900 quando il bisnonno, mezzadro, inizia a lavorare i terreni alle porte del centro di Bassano del Grappa. Il nonno prende poi in mano il podere e lo converte in vigneto; il padre, invece, impegnerà la stessa terra per la zootecnia.
Claudio negli anni ‘80 immaginava una vita lontana dai campi. Essere figlio di agricoltori era innanzitutto una condanna: mentre i suoi compari, la sera, festeggiavano in oratorio o ballavano in qualche locale, Claudio doveva andare a letto presto, perché il giorno seguente avrebbe dovuto alzarsi all’alba per lavorare nei campi o mungere le vacche. Non una vita facile quindi. Ma proprio in quegli anni, durante l’obiezione di coscienza, entra in contatto con l’idea dell’agricoltura biologica che stava nascendo. Durante le riunioni che regolarmente gli obiettori organizzavano, oltre ai temi classici come la pace, il disarmo, l’ecologia, emergeva con frequenza anche la tematica dell’agricoltura naturale. Claudio all’inizio si trovava in contrasto con questa nuova filosofia: figlio di contadini che avevano sposato la rivoluzione verde e l’utilizzo di pesticidi, diserbanti, nonché la monocultura, reputava un anacronismo questi metodi agricoli contrari al progresso. Eppure un po’ di ragione ce l’avevano i sostenitori del biologico, in quanto le esternalità dell’agricoltura convenzionale già al tempo assumevano tratti nefasti, come l’inquinamento delle falde acquifere e la tossicità di molti fitofarmaci. Claudio pian piano si convince e qualcosa scatta nella sua testa. Capisce quale dev’essere il suo percorso di vita. Possedeva un pezzo di terra, forse il suo compito era proprio quello di presidiarlo e di salvaguardarlo.
È il 1984 e con la sua fidanzata Antonella si sposa. Lui ha 24 anni, lei 19. Contemporaneamente stringe un patto con suo padre: lavorerà per almeno 5 anni nella sua azienda zootecnica in cambio di 1000 metri a disposizione per i suoi esperimenti di agricoltura biologica. L’inizio è difficile e Claudio commette qualche pasticcio, ma poi le cose iniziano ad andare per il giusto verso e suo padre gli permette di aumentare la terra per la coltivazione biologica. Nei primi anni ‘90 ottiene la certificazione bio.
I primi tempi sono quelli in cui Verdevivo, l’azienda di Claudio e Antonella, si lega alle catene commerciali del biologico e ne diventa fornitore. Producono sei o sette ortaggi che poi vengono venduti ai distributori grossisti. Questa fase dura fino a fine anni ‘90 quando, con l’aumento del numero di produttori naturali, la concorrenza cresce e i prezzi calano. Claudio e Antonella allora cambiano strada e iniziano a costruire un rapporto diretto con i clienti, a cui già vendevano alcuni prodotti, come l’asparago bianco di Bassano. Nel 2003 aprono lo spaccio agricolo e l’intera produzione è venduta in fattoria. Lo sforzo è notevole perché da un numero di sei o sette ortaggi, la gamma di proposte aumenta a una sessantina di prodotti, per venire incontro alle esigenze dei consumatori. Una mano gliela danno i gruppi di acquisto solidale di Bassano del Grappa, Marostica e Rosà, con cui collaborano attivamente.
La sfida di oggi è quella lanciata dalla Grande Distribuzione Organizzata, che ha incluso il biologico negli scaffali di tutti i supermercati. Il suo progetto, che ora coinvolge anche i figli Ares e Jonathan, è quello di aumentare i servizi e le proposte forniti dalla sua azienda. Il contesto in cui si trova non è dei migliori, ma offre anche una spinta in più: l’area commerciale che circonda i suoi campi si sta espandendo. La sua terra, il suo appezzamento, sta emergendo sempre di più come una presidio di tutela del territorio e dell’ecosistema e come una valvola di sfogo per i cittadini di Bassano. Ecco quindi l’iniziativa di creare un forno agricolo, dove cuocere i lievitati ottenuti coi cereali storici che Claudio e soci hanno iniziato a coltivare nei propri campi da una decina di anni. Ecco anche il progetto di avviare un agriturismo vegetariano, dove valorizzare gli ortaggi dell’azienda in piatti di cucina. Sono entrambe proposte che Verdevivo, ora divenuta una società agricola familiare, sta portando avanti per salvaguardare la terra ed il benessere di chi la vive. Costantemente controcorrente, per vincere il modello di agricoltura dominante e lanciare un messaggio forte alla gente del Bassanese: un cuore verde in una città consumata da aree commerciali e industriali è indispensabile. Per la flora, per la fauna e anche per gli esseri umani.
I prodotti: Ortaggi, frutta, pane
Certificazione biologica: Sì
Punto vendita: Sì
Ristorazione: A breve
Ospitalità: No
Sito web: www.verdevivobio.it
Email: info@verdevivobio.it
Fb: Verdevivo agricoltura biologica
Contatti: 333 6610836
Claudio is one of the first agricoltural farmer in Veneto. His dedication started when he was on his twenties, when he got in contact with the conscientious objection movement, which used to deal with variout topics, including organic agricolture. He produces vegetables and bread. With his sons he is going to open a vegetarian restaurant next to his farm.