Il 30 e 31 marzo nello splendido rustico di Le Forge, a Montecchio Precalcino, si tiene V-Revolution, un incontro con i vignaioli, gli artigiani del cibo e gli chef valorizzatori del territorio per annunciare un nuovo modello di ristorazione, quello che fa sedere in cerchio ristoratori, produttori e persone, quello che valorizza l’artigianalità e il kilometro zero più sano.
Due giornate, si parte alle 11 e si chiude alle 23 (il sabato) e alle 19 (la domenica). Un modello chiaro: otto ristoratori che ripenseranno i piatti della cucina veneta, sedici vignaioli che abbineranno a questi i loro vini. Il costo? 25 euro (20 euro in prevendita). Perché non è la solita sagra, ma un incontro con artigiani veri e con produttori piccoli professionisti. E il loro lavoro quei soldi li vale tutti.
Abbiamo incontrato Andrea Pendin, uno degli organizzatori dell’evento, nonché titolare della Tenuta L’Armonia, realtà di cui parleremo a breve anche in questo sito. Intanto gli chiediamo un po’ di raccontarci quest’evento.
Innanzitutto, chi c’è dietro V-Revolution?
C’è un gruppo di persone che lavorano in vari ambiti. Un paio di realtà della ristorazione, alcuni produttori di vino e di materie prime e professionisti della comunicazione e dell’organizzazione di eventi. Tutti partecipano attivamente all’organizzazione dell’evento mettendo a disposizione le proprie competenze.
Perché puntare su artigianale e km 0?
Perché ci permette di offrire al pubblico la possibilità di conoscere realtà che non hanno grande visibilità. V-Revolution vuole creare un incontro esperienziale con degustazioni mirate dei prodotti che queste realizzano. Il kilometro zero potrebbe aiutare a sviluppare anche un nuovo modo di distribuzione creando un contatto diretto tra consumatori e produttori.
Qual è lo stato dell’agricoltura veneta e vicentina?
Come succede in altre aree dell’Italia si divide tra realtà che puntano ancora su un’agricoltura convenzionale e altre che invece cercano di dare una svolta più naturale alla propria produzione.
Come vedi la filiera del cibo? Dalla produzione, passando per la distribuzione e il consumo.
C’è una certa staticità. Lo schema è quello classico: la produzione si affida alla distribuzione che si occupa di offrire il prodotto al mercato. Il consumatore non ha grande cultura e anche poca voglia di crearsi un’alternativa per cui adegua le proprie abitudini all’offerta standard. V-Revolution vuole cercare di creare queste alternative per il pubblico, mettendolo in contatto diretto con i produttori.
Quale sarà il ruolo dell’agricoltura naturale nell’evento?
V-Revolution vuole offrire una gamma completa di interpreti dell’agricoltura. La parte naturale ricopre un ruolo importante nell’organizzazione dell’evento, ma non è sola. Si cercherà il giusto equilibrio per rispondere alle esigenze del pubblico vicentino.
Quale può essere secondo te il ruolo della ristorazione?
Le scelte della ristorazione sono fondamentali. E’ attraverso la ristorazione che si può risvegliare nel pubblico la curiosità per la scoperta del gusto. Offrire un’ampia gamma di piatti abbinati ai vini che hanno un proprio stile permette di creare una maggiore cultura enogastronomica.
Perché è importante fare rete?
Relazione è sicuramente la parola più attuale in materia di business. Creare dei rapporti solidi fra diverse realtà rappresenta un utile strumento per affrontare i mercati globali. La rete tra aziende permette di sfruttare le singole competenze e le capacità di ogni partecipante potendo così concentrare gli sforzi verso un unico obiettivo.
Dopo l’evento, ci sarà un follow up?
V-Revolution avrà sicuramente un seguito. Stiamo valutando quale sia la formula migliore per organizzare altri appuntamenti. Per il momento posso dire che nei sabato antecedenti l’evento, il 16 e 23 marzo, V-Revolution organizzerà, in alcuni bar di Vicenza e della provincia, delle serate per iniziare a far conoscere al pubblico i partecipanti alla degustazione.
Tutte le news sull’evento a questo link.